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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Gio. Lando Rel. di Roma 1691.
in allen italienischen Häusern beruhe das Heil von Italien ganz al-
lein auf der Vereinigung zwischen Venedig und Rom. Er nimmt
Anlaß sich über die Nothwendigkeit des guten Vernehmens zwischen
beiden zu verbreiten. Er meint doch, man könne in Venedig man-
ches nachgeben. Den Schutz, den man unruhigen Frati angedeihen
ließ, -- gewisse Prätensionen der Gerichtsbarkeit -- nehme man in
Rom sehr übel.

Das sind nun, wie wir sehen, alles recht gute, brauchbare Be-
merkungen, die von redlicher Gesinnung zeugen, aber uns, die wir
positivere Nachrichten über die Staatsverwaltung suchen, können sie
nicht genügen. -- -- Ueber die beiden Päpste bei denen er diente,
sagt Lando -- übrigens ein sonderbarer Autor, der unter den
Redeformen keine so sehr liebt, wie das Anakoluth -- nur Fol-
gendes: Quando io rifletto a quello che ho sentito a risuo-
nare senza ritegno contro Innocenzio XI, il quale veniva ac-
cusato di non dare audienza, d'asprezza, di crudelta, d'inflessi-
bile nemico di principi, di studioso di controversie, d'irresoluto
e tenace, di distruttore delle diocesi e beni ecclesiastici: perche
stava molti anni senza provederli, perche aveva calati li monti
senza sollevare lo stato coll' avvanzo risultatone, per avere te-
nuta ferma l'estorsione che chiamano dell' annona, per essere
stato indulgente a' quietisti, e tante altre cose con che non vi
era persona che non esclamasse contro di lui: e pareva all' ora
al volgo indiscreto che non fossero virtu d'alcuna importanza al
pontificato, quale memorabilissimo d'una costante alienatione
del suo sangue ed un' illibata disinteressatezza per lasciare in-
tatto tutto quello era della camera, fuorche impiegato nelle guerre
contro gl'infedeli; e s'auguravano all' ora un pontefice che, se
bene un poco indulgente alli suoi, lo fosse anco per gl'altri, e
che fosse dotato di quelle virtu che all' ora si giudicavano piu
necessarie, perche pareva mancassero. Ma veduto poi che as-
sonto Alessandro VIII, benche tutto umanita, facile all' au-
dienze, dolce, compassionevole, pieghevole, rispettoso a prin-
cipi, nemico d'impegni, sbrigativo, franco nei negotii ed in
tutte le sorti di speditioni, benefico allo stato sollevato di 200
mila scudi di gabella e dell' angaria dell' annona, che ha fulmi-
nato li quietisti, che ha finito quietamente il negotio molestis-
simo del quartiere, ha soccorso lui pure la guerra contro il
Turco, ed ha fatto ancora altre attioni importanti nella gran
brevita del suo pontificato ad ogni modo, perche all' incontro
ha mostrato affetto alli suoi nipoti, perche ha voluto fidarsi di
loro piu che degl'altri nelle cariche, perche ha voluto provederli
con qualche larghezza ma di molto inferiore a quello hanno
fatto tanti altri, e perche in questa parte ha mostrato un poco
d'umanita e la tolleranza del sangue, e stato anche egli bersa-
glio d'invettive maligne e continue fin alla morte, ma egualmente
ingiuste dell' uno e dell' altro.

Zuletzt bezieht er sich noch auf seine übrigen Dienste, wie er
denn im Laufe seines Amtes mehr als 700 Depeschen geschrieben habe.

Diese mögen denn wohl desto mehr Thatsachen enthalten. Zum
Theil befinden sie sich in Venedig, zum Theil in Wien.


Gio. Lando Rel. di Roma 1691.
in allen italieniſchen Haͤuſern beruhe das Heil von Italien ganz al-
lein auf der Vereinigung zwiſchen Venedig und Rom. Er nimmt
Anlaß ſich uͤber die Nothwendigkeit des guten Vernehmens zwiſchen
beiden zu verbreiten. Er meint doch, man koͤnne in Venedig man-
ches nachgeben. Den Schutz, den man unruhigen Frati angedeihen
ließ, — gewiſſe Praͤtenſionen der Gerichtsbarkeit — nehme man in
Rom ſehr uͤbel.

Das ſind nun, wie wir ſehen, alles recht gute, brauchbare Be-
merkungen, die von redlicher Geſinnung zeugen, aber uns, die wir
poſitivere Nachrichten uͤber die Staatsverwaltung ſuchen, koͤnnen ſie
nicht genuͤgen. — — Ueber die beiden Paͤpſte bei denen er diente,
ſagt Lando — uͤbrigens ein ſonderbarer Autor, der unter den
Redeformen keine ſo ſehr liebt, wie das Anakoluth — nur Fol-
gendes: Quando io rifletto a quello che ho sentito a risuo-
nare senza ritegno contro Innocenzio XI, il quale veniva ac-
cusato di non dare audienza, d’asprezza, di crudeltà, d’inflessi-
bile nemico di principi, di studioso di controversie, d’irresoluto
e tenace, di distruttore delle diocesi e beni ecclesiastici: perche
stava molti anni senza provederli, perche aveva calati li monti
senza sollevare lo stato coll’ avvanzo risultatone, per avere te-
nuta ferma l’estorsione che chiamano dell’ annona, per essere
stato indulgente a’ quietisti, e tante altre cose con che non vi
era persona che non esclamasse contro di lui: e pareva all’ ora
al volgo indiscreto che non fossero virtù d’alcuna importanza al
pontificato, quale memorabilissimo d’una costante alienatione
del suo sangue ed un’ illibata disinteressatezza per lasciare in-
tatto tutto quello era della camera, fuorche impiegato nelle guerre
contro gl’infedeli; e s’auguravano all’ ora un pontefice che, se
bene un poco indulgente alli suoi, lo fosse anco per gl’altri, e
che fosse dotato di quelle virtù che all’ ora si giudicavano più
necessarie, perche pareva mancassero. Ma veduto poi che as-
sonto Alessandro VIII, benche tutto umanità, facile all’ au-
dienze, dolce, compassionevole, pieghevole, rispettoso a prin-
cipi, nemico d’impegni, sbrigativo, franco nei negotii ed in
tutte le sorti di speditioni, benefico allo stato sollevato di 200
mila scudi di gabella e dell’ angaria dell’ annona, che ha fulmi-
nato li quietisti, che ha finito quietamente il negotio molestis-
simo del quartiere, ha soccorso lui pure la guerra contro il
Turco, ed ha fatto ancora altre attioni importanti nella gran
brevità del suo pontificato ad ogni modo, perche all’ incontro
ha mostrato affetto alli suoi nipoti, perche ha voluto fidarsi di
loro più che degl’altri nelle cariche, perche ha voluto provederli
con qualche larghezza ma di molto inferiore a quello hanno
fatto tanti altri, e perche in questa parte ha mostrato un poco
d’umanità e la tolleranza del sangue, è stato anche egli bersa-
glio d’invettive maligne e continue fin alla morte, ma egualmente
ingiuste dell’ uno e dell’ altro.

Zuletzt bezieht er ſich noch auf ſeine uͤbrigen Dienſte, wie er
denn im Laufe ſeines Amtes mehr als 700 Depeſchen geſchrieben habe.

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Theil befinden ſie ſich in Venedig, zum Theil in Wien.


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[490/0502] Gio. Lando Rel. di Roma 1691. in allen italieniſchen Haͤuſern beruhe das Heil von Italien ganz al- lein auf der Vereinigung zwiſchen Venedig und Rom. Er nimmt Anlaß ſich uͤber die Nothwendigkeit des guten Vernehmens zwiſchen beiden zu verbreiten. Er meint doch, man koͤnne in Venedig man- ches nachgeben. Den Schutz, den man unruhigen Frati angedeihen ließ, — gewiſſe Praͤtenſionen der Gerichtsbarkeit — nehme man in Rom ſehr uͤbel. Das ſind nun, wie wir ſehen, alles recht gute, brauchbare Be- merkungen, die von redlicher Geſinnung zeugen, aber uns, die wir poſitivere Nachrichten uͤber die Staatsverwaltung ſuchen, koͤnnen ſie nicht genuͤgen. — — Ueber die beiden Paͤpſte bei denen er diente, ſagt Lando — uͤbrigens ein ſonderbarer Autor, der unter den Redeformen keine ſo ſehr liebt, wie das Anakoluth — nur Fol- gendes: Quando io rifletto a quello che ho sentito a risuo- nare senza ritegno contro Innocenzio XI, il quale veniva ac- cusato di non dare audienza, d’asprezza, di crudeltà, d’inflessi- bile nemico di principi, di studioso di controversie, d’irresoluto e tenace, di distruttore delle diocesi e beni ecclesiastici: perche stava molti anni senza provederli, perche aveva calati li monti senza sollevare lo stato coll’ avvanzo risultatone, per avere te- nuta ferma l’estorsione che chiamano dell’ annona, per essere stato indulgente a’ quietisti, e tante altre cose con che non vi era persona che non esclamasse contro di lui: e pareva all’ ora al volgo indiscreto che non fossero virtù d’alcuna importanza al pontificato, quale memorabilissimo d’una costante alienatione del suo sangue ed un’ illibata disinteressatezza per lasciare in- tatto tutto quello era della camera, fuorche impiegato nelle guerre contro gl’infedeli; e s’auguravano all’ ora un pontefice che, se bene un poco indulgente alli suoi, lo fosse anco per gl’altri, e che fosse dotato di quelle virtù che all’ ora si giudicavano più necessarie, perche pareva mancassero. Ma veduto poi che as- sonto Alessandro VIII, benche tutto umanità, facile all’ au- dienze, dolce, compassionevole, pieghevole, rispettoso a prin- cipi, nemico d’impegni, sbrigativo, franco nei negotii ed in tutte le sorti di speditioni, benefico allo stato sollevato di 200 mila scudi di gabella e dell’ angaria dell’ annona, che ha fulmi- nato li quietisti, che ha finito quietamente il negotio molestis- simo del quartiere, ha soccorso lui pure la guerra contro il Turco, ed ha fatto ancora altre attioni importanti nella gran brevità del suo pontificato ad ogni modo, perche all’ incontro ha mostrato affetto alli suoi nipoti, perche ha voluto fidarsi di loro più che degl’altri nelle cariche, perche ha voluto provederli con qualche larghezza ma di molto inferiore a quello hanno fatto tanti altri, e perche in questa parte ha mostrato un poco d’umanità e la tolleranza del sangue, è stato anche egli bersa- glio d’invettive maligne e continue fin alla morte, ma egualmente ingiuste dell’ uno e dell’ altro. Zuletzt bezieht er ſich noch auf ſeine uͤbrigen Dienſte, wie er denn im Laufe ſeines Amtes mehr als 700 Depeſchen geſchrieben habe. Dieſe moͤgen denn wohl deſto mehr Thatſachen enthalten. Zum Theil befinden ſie ſich in Venedig, zum Theil in Wien.

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 490. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/502>, abgerufen am 24.11.2024.