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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742.

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APOLOGIA DI SOFOCLE
credibile che tosto si volgesse in fuga; onde due
soli rimangono quelli, che potevano contra-
stargli. Or qual meraviglia e, che un giovane
ardente e feroce, quale ci vien qui rappresentato
Edippo, potessegli vincere, e trucidare? Diro
solo che non v'ha soldato in Omero, ed in Vir-
gilio, che non faccia maggiori prodezze senza pa-
ragone; per non parlare di quel valore assai
particolare, che i riprensori del primo hanno ri-
conosciuto in Achille, allorche col suo braccio
fa stragge di molti illustri Trojani. Per altro con-
cesso, che fosse una tale Azione assai rara e poco
propria per una verisimile invenzione, niun pre-
giudizio ne risultarebbe a questa Tragedia per esser
ella un punto d'istoria, (come si legge in Diodo-
ro Siculo) il quale a tempi di Sofocle doveva
essere assai famoso; onde egli averebbe anzi mal
fatto ad alterarlo, dovendo il poeta seguitare la
fama, la quale, come bene osserva il Castelvetro,
e in luogho di possibilita, e di credibilita, di che
ci sono essempi i voli di Dedalo, e di Pegaso.
Che se a Sofocle fosse appartenuto il fingerla,
qual difficolta poteva egli avere d'aggiungere ad
Edippo alcun Compagno?

La Critica che succede non e manco degna d'am-
mirazione. Dicesi che Edippo confessa aver udi-
to che Laio e stato ucciso da Viandanti, e che
pero contradicesi una fama all' altra; da che ne
nasce una oscurita maggiore, che non era quella
degli Enimmi della Sfinge.

Quando anche fosse vero, che qui si trovi con-
tradizione, non veggo quale inconvenienza potes-
se nascere dalla diversita della fama, la quale ap-
punto suole essere varia ed incerta, e mesce ordi-

naria-

APOLOGIA DI SOFOCLE
credibile che toſto ſi volgeſſe in fuga; onde due
ſoli rimangono quelli, che potevano contra-
ſtargli. Or qual meraviglia è, che un giovane
ardente e feroce, quale ci vien qui rappreſentato
Edippo, poteſſegli vincere, e trucidare? Dirò
ſolo che non v’ha ſoldato in Omero, ed in Vir-
gilio, che non faccia maggiori prodezze ſenza pa-
ragone; per non parlare di quel valore aſſai
particolare, che i riprenſori del primo hanno ri-
conoſciuto in Achille, allorche col ſuo braccio
fa ſtragge di molti illuſtri Trojani. Per altro con-
ceſſo, che foſſe una tale Azione aſſai rara e poco
propria per una veriſimile invenzione, niun pre-
giudizio ne riſultarebbe a queſta Tragedia per eſſer
ella un punto d’iſtoria, (come ſi legge in Diodo-
ro Siculo) il quale a tempi di Sofocle doveva
eſſere aſſai famoſo; onde egli averebbe anzi mal
fatto ad alterarlo, dovendo il poeta ſeguitare la
fama, la quale, come bene oſſerva il Caſtelvetro,
è in luogho di poſſibilità, e di credibilità, di che
ci ſono eſſempi i voli di Dedalo, e di Pegaſo.
Che ſe a Sofocle foſſe appartenuto il fingerla,
qual difficoltá poteva egli avere d’aggiungere ad
Edippo alcun Compagno?

La Critica che ſuccede non è manco degna d’am-
mirazione. Diceſi che Edippo confeſſa aver udi-
to che Laio e ſtato ucciſo da Viandanti, e che
però contradiceſi una fama all’ altra; da che ne
naſce una oſcurità maggiore, che non era quella
degli Enimmi della Sfinge.

Quando anche foſſe vero, che qui ſi trovi con-
tradizione, non veggo quale inconvenienza poteſ-
ſe naſcere dalla diverſità della fama, la quale ap-
punto ſuole eſſere varia ed incerta, e meſce ordi-

naria-
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[50/0052] APOLOGIA DI SOFOCLE credibile che toſto ſi volgeſſe in fuga; onde due ſoli rimangono quelli, che potevano contra- ſtargli. Or qual meraviglia è, che un giovane ardente e feroce, quale ci vien qui rappreſentato Edippo, poteſſegli vincere, e trucidare? Dirò ſolo che non v’ha ſoldato in Omero, ed in Vir- gilio, che non faccia maggiori prodezze ſenza pa- ragone; per non parlare di quel valore aſſai particolare, che i riprenſori del primo hanno ri- conoſciuto in Achille, allorche col ſuo braccio fa ſtragge di molti illuſtri Trojani. Per altro con- ceſſo, che foſſe una tale Azione aſſai rara e poco propria per una veriſimile invenzione, niun pre- giudizio ne riſultarebbe a queſta Tragedia per eſſer ella un punto d’iſtoria, (come ſi legge in Diodo- ro Siculo) il quale a tempi di Sofocle doveva eſſere aſſai famoſo; onde egli averebbe anzi mal fatto ad alterarlo, dovendo il poeta ſeguitare la fama, la quale, come bene oſſerva il Caſtelvetro, è in luogho di poſſibilità, e di credibilità, di che ci ſono eſſempi i voli di Dedalo, e di Pegaſo. Che ſe a Sofocle foſſe appartenuto il fingerla, qual difficoltá poteva egli avere d’aggiungere ad Edippo alcun Compagno? La Critica che ſuccede non è manco degna d’am- mirazione. Diceſi che Edippo confeſſa aver udi- to che Laio e ſtato ucciſo da Viandanti, e che però contradiceſi una fama all’ altra; da che ne naſce una oſcurità maggiore, che non era quella degli Enimmi della Sfinge. Quando anche foſſe vero, che qui ſi trovi con- tradizione, non veggo quale inconvenienza poteſ- ſe naſcere dalla diverſità della fama, la quale ap- punto ſuole eſſere varia ed incerta, e meſce ordi- naria-

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Zitationshilfe: [Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 50. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/52>, abgerufen am 24.11.2024.