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[Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742.

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CONTRA M. DI VOLTAIRE.
tare, si sono serviti dell' amicizia per maggiormen-
te assicurare i loro tradimenti. Molto piu pero
debbesi stimare mal sicura la Fede di coloro, che
con qualche raggione potrebbono aspirare al Domi-
nio. Tiberio ch'era altrettanto sagace nel conos-
cere i pericoli de' regnanti quanto crudele nell' e-
vitargli ben cio previde, pero benche fosse adot-
tato per figlivolo da Augusto, ed instituito erede dell'
imperio, non soffri che vivesse Agrippa, che
poteva avere pretenzione al medesimo; e Taci-
to atto piu d'ogni altro a penetrare i consiglii,
che nascono dalla gloria del regnare, benche la
morte d'Agrippa avesse apparenza del tutto con-
traria, e per i pubblici rimproveri a lui gia fatti
dall' Imperatore defonto, e per il bando a cui dal
medesimo era stato condannato, non lascia di
dire essere nondimeno piu probabile che la sua
morte provenisse da Tiberio per il sospetto che
doveva avere di chi poteva essergli Competitore.
Veggiamo ora come s'adattino al nostro propo-
sito queste cose. Creonte era il piu distinto, ed
il piu potente tra' Tebani, e l'unico che potesse
aspirare ad esser Re, come in fatti divenne poco
appresso, estinta che fu la schiatta d'Edippo. Egli
oltre cio era colui ch' aveva persuaso il cognato
ad affidarsi all' Indovino, il quale e perche non
aveva mai fatto motto alcuno della sua reita,
quando il male era recente, e non doveva aver
rispetto alcuno a parlare, perche ancora non re-
gnava e per altre cagioni sopra toccate, si doveva
credere subornato. Chi sarebbe dunque stato
si scemo, che non giudicasse Creonte reo di
quelle insidie apparenti? Sopra tale fondamento
era agevole di passare al sospetto anche della

Morte

CONTRA M. DI VOLTAIRE.
tare, ſi ſono ſerviti dell’ amicizia per maggiormen-
te aſſicurare i loro tradimenti. Molto piu però
debbeſi ſtimare mal ſicura la Fede di coloro, che
con qualche raggione potrebbono aſpirare al Domi-
nio. Tiberio ch’era altrettanto ſagace nel conoſ-
cere i pericoli de’ regnanti quanto crudele nell’ e-
vitargli ben ciò previde, però benche foſſe adot-
tato per figlivolo da Auguſto, ed inſtituito erede dell’
imperio, non ſoffri che viveſſe Agrippa, che
poteva avere pretenzione al medeſimo; e Taci-
to atto più d’ogni altro a penetrare i conſiglii,
che naſcono dalla gloria del regnare, benche la
morte d’Agrippa aveſſe apparenza del tutto con-
traria, e per i pubblici rimproveri a lui giá fatti
dall’ Imperatore defonto, e per il bando a cui dal
medeſimo era ſtato condannato, non laſcia di
dire eſſere nondimeno più probabile che la ſua
morte proveniſſe da Tiberio per il ſoſpetto che
doveva avere di chi poteva eſſergli Competitore.
Veggiamo ora come s’adattino al noſtro propo-
ſito queſte coſe. Creonte era il più diſtinto, ed
il più potente tra’ Tebani, e l’unico che poteſſe
aſpirare ad eſſer Ré, come in fatti divenne poco
appreſſo, eſtinta che fu la ſchiatta d’Edippo. Egli
oltre ciò era colui ch’ aveva perſuaſo il cognato
ad affidarſi all’ Indovino, il quale e perche non
aveva mai fatto motto alcuno della ſua reitá,
quando il male era recente, e non doveva aver
riſpetto alcuno a parlare, perche ancora non re-
gnava e per altre cagioni ſopra toccate, ſi doveva
credere ſubornato. Chi ſarebbe dunque ſtato
ſi ſcemo, che non giudicaſſe Creonte reo di
quelle inſidie apparenti? Sopra tale fondamento
era agevole di paſſare al ſoſpetto anche della

Morte
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[59/0061] CONTRA M. DI VOLTAIRE. tare, ſi ſono ſerviti dell’ amicizia per maggiormen- te aſſicurare i loro tradimenti. Molto piu però debbeſi ſtimare mal ſicura la Fede di coloro, che con qualche raggione potrebbono aſpirare al Domi- nio. Tiberio ch’era altrettanto ſagace nel conoſ- cere i pericoli de’ regnanti quanto crudele nell’ e- vitargli ben ciò previde, però benche foſſe adot- tato per figlivolo da Auguſto, ed inſtituito erede dell’ imperio, non ſoffri che viveſſe Agrippa, che poteva avere pretenzione al medeſimo; e Taci- to atto più d’ogni altro a penetrare i conſiglii, che naſcono dalla gloria del regnare, benche la morte d’Agrippa aveſſe apparenza del tutto con- traria, e per i pubblici rimproveri a lui giá fatti dall’ Imperatore defonto, e per il bando a cui dal medeſimo era ſtato condannato, non laſcia di dire eſſere nondimeno più probabile che la ſua morte proveniſſe da Tiberio per il ſoſpetto che doveva avere di chi poteva eſſergli Competitore. Veggiamo ora come s’adattino al noſtro propo- ſito queſte coſe. Creonte era il più diſtinto, ed il più potente tra’ Tebani, e l’unico che poteſſe aſpirare ad eſſer Ré, come in fatti divenne poco appreſſo, eſtinta che fu la ſchiatta d’Edippo. Egli oltre ciò era colui ch’ aveva perſuaſo il cognato ad affidarſi all’ Indovino, il quale e perche non aveva mai fatto motto alcuno della ſua reitá, quando il male era recente, e non doveva aver riſpetto alcuno a parlare, perche ancora non re- gnava e per altre cagioni ſopra toccate, ſi doveva credere ſubornato. Chi ſarebbe dunque ſtato ſi ſcemo, che non giudicaſſe Creonte reo di quelle inſidie apparenti? Sopra tale fondamento era agevole di paſſare al ſoſpetto anche della Morte

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Zitationshilfe: [Bodmer, Johann Jacob]: Sammlung Critischer, Poetischer, und anderer geistvollen Schriften. Bd. 3. Zürich, 1742, S. 59. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/bodmer_sammlung03_1742/61>, abgerufen am 24.11.2024.