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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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al cardinal Farnese.

ratore, perche di voler lo stato di Milano in poi era contento
nel resto di riporsi in tutto et per tutto alla volunta et ordine
di Nostro Signore: et non ostante questo Sua Santita non si
volse risolver mai se non quando non la prima ma la seconda
volta fu certa della presa di Milano et hebbe lettere dall' huomo
suo, che tutto era spacciato et che el vicere non lo giudicava
altrimenti. Mettasi qualsivoglia o amico o servitore o fratello
o padre o l'imperatore medesimo in questo luogo, (et vegga in
questo subito et ancora nel seguente?), che cosa havria potuto
fare per beneficio suo che molto meglio S. Sta non habbia
fatto, dico meglio perche son certo che quelli da chi forse
S. Mta ha sperato et spera miglior volunta poiche si trovano
obbligati havrebber voluto tenere altro conto dell' obbligo, che
non fece la S. Sta, la quale havendo risposto in man sua far
cessar l'arme ne far proseguir la guerra nel regno di Napoli
et infiniti altri comodi et publici et privati, non era obligata
ad altro in favor dell' christianissimo se non a farli acquistar
quello che gia l'esercito di Cesare teneva per perduto et in
reprimerlo di non andare inanzi a pigliare il regno di Napoli,
nel quale non pareva che fussi per essere molta difficulta: et chi
vuol farsi bello per li eventi successi al contrario, deve ringratiare
dio che miracolosamente et per piacerli ha voluto cosi, et non
attribuir nulla a se, et riconoscer che 'l papa fece quella capi-
tulazione per conservar se et l'imperatore et non per mala vo-
lonta. Perche trovando poi per sua disgratia el re difficulta
nell' impresa per haverla presa altrimenti di quel che si do-
veva, N. Sre lo lasso due mesi d'intorno a Pavia senza dar
un sospiro di favore alle cose sue, et benche questo fusse as-
sai beneficio delli Spagnuoli, non manco ancora far per loro,
dandoli del suo stato tutte le comodita che potevon disegnare,
non mancando d'interporsi per metter accordo quanto era pos-
sibile tra loro: ma non vi essendo ordine et sollecitando il re,
che N. Sigre si scoprisse in favor suo per farli acquistare tanto
piu facilmente lo stato di Milano, et instando ancora che i Fio-
rentini facessero il medesimo, a che parimente come S. Sta
erono obbligati, fece opera di evitare l'haversi a scoprire ne
dare ajuto alcuno salvo di darli passo et vettovaglia per el suo
stato a una parte dell' esercito, che sua Mta voleva mandare
nel regno per far diversione et ridur piu facilmente all' accordo
gl'imperiali. Oh che gran servitio fu questo ai Francesi, conce-
dendoli cosa la quale era in facolta loro di torsela, ancorche
non glie l'havesse voluto dare, trovandosi disarmato et parendo
pur troppo strano che havendo fatto una lega con S. Mta chri-
stianissima non l'havendo voluto servir d'altro, gli negasse
quello che non poteva, et una publicatione d'una concordia finta,
come fu quella che si dette fuora all' hora per dare un poco
di pastura a quella Mta et fare che di manco mal animo com-
portasse che S. Sta non osservasse ad unguem la capitulatione:
et se si vorra dire il vero, el christianissimo fu piu presto de-
servito che servito di quella separatione dell' esercito, perche

al cardinal Farnese.

ratore, perche di voler lo stato di Milano in poi era contento
nel resto di riporsi in tutto et per tutto alla voluntà et ordine
di Nostro Signore: et non ostante questo Sua Santità non si
volse risolver mai se non quando non la prima ma la seconda
volta fu certa della presa di Milano et hebbe lettere dall’ huomo
suo, che tutto era spacciato et che el vicerè non lo giudicava
altrimenti. Mettasi qualsivoglia o amico o servitore o fratello
o padre o l’imperatore medesimo in questo luogo, (et vegga in
questo subito et ancora nel seguente?), che cosa havria potuto
fare per beneficio suo che molto meglio S. S non habbia
fatto, dico meglio perche son certo che quelli da chi forse
S. M ha sperato et spera miglior voluntà poiche si trovano
obbligati havrebber voluto tenere altro conto dell’ obbligo, che
non fece la S. S, la quale havendo risposto in man sua far
cessar l’arme nè far proseguir la guerra nel regno di Napoli
et infiniti altri comodi et publici et privati, non era obligata
ad altro in favor dell’ christianissimo se non a farli acquistar
quello che gia l’esercito di Cesare teneva per perduto et in
reprimerlo di non andare inanzi a pigliare il regno di Napoli,
nel quale non pareva che fussi per essere molta difficultà: et chi
vuol farsi bello per li eventi successi al contrario, deve ringratiare
dio che miracolosamente et per piacerli ha voluto così, et non
attribuir nulla a se, et riconoscer che ’l papa fece quella capi-
tulazione per conservar se et l’imperatore et non per mala vo-
lontà. Perche trovando poi per sua disgratia el re difficultà
nell’ impresa per haverla presa altrimenti di quel che si do-
veva, N. Sre lo lassò due mesi d’intorno a Pavia senza dar
un sospiro di favore alle cose sue, et benche questo fusse as-
sai beneficio delli Spagnuoli, non mancò ancora far per loro,
dandoli del suo stato tutte le comodità che potevon disegnare,
non mancando d’interporsi per metter accordo quanto era pos-
sibile tra loro: ma non vi essendo ordine et sollecitando il re,
che N. Sigre si scoprisse in favor suo per farli acquistare tanto
piu facilmente lo stato di Milano, et instando ancora che i Fio-
rentini facessero il medesimo, a che parimente come S. S
erono obbligati, fece opera di evitare l’haversi a scoprire nè
dare ajuto alcuno salvo di darli passo et vettovaglia per el suo
stato a una parte dell’ esercito, che sua M voleva mandare
nel regno per far diversione et ridur piu facilmente all’ accordo
gl’imperiali. Oh che gran servitio fu questo ai Francesi, conce-
dendoli cosa la quale era in facoltà loro di torsela, ancorche
non glie l’havesse voluto dare, trovandosi disarmato et parendo
pur troppo strano che havendo fatto una lega con S. M chri-
stianissima non l’havendo voluto servir d’altro, gli negasse
quello che non poteva, et una publicatione d’una concordia finta,
come fu quella che si dette fuora all’ hora per dare un poco
di pastura a quella M et fare che di manco mal animo com-
portasse che S. S non osservasse ad unguem la capitulatione:
et se si vorrà dire il vero, el christianissimo fu piu presto de-
servito che servito di quella separatione dell’ esercito, perche

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[249/0261] al cardinal Farnese. ratore, perche di voler lo stato di Milano in poi era contento nel resto di riporsi in tutto et per tutto alla voluntà et ordine di Nostro Signore: et non ostante questo Sua Santità non si volse risolver mai se non quando non la prima ma la seconda volta fu certa della presa di Milano et hebbe lettere dall’ huomo suo, che tutto era spacciato et che el vicerè non lo giudicava altrimenti. Mettasi qualsivoglia o amico o servitore o fratello o padre o l’imperatore medesimo in questo luogo, (et vegga in questo subito et ancora nel seguente?), che cosa havria potuto fare per beneficio suo che molto meglio S. Stà non habbia fatto, dico meglio perche son certo che quelli da chi forse S. Mtà ha sperato et spera miglior voluntà poiche si trovano obbligati havrebber voluto tenere altro conto dell’ obbligo, che non fece la S. Stà, la quale havendo risposto in man sua far cessar l’arme nè far proseguir la guerra nel regno di Napoli et infiniti altri comodi et publici et privati, non era obligata ad altro in favor dell’ christianissimo se non a farli acquistar quello che gia l’esercito di Cesare teneva per perduto et in reprimerlo di non andare inanzi a pigliare il regno di Napoli, nel quale non pareva che fussi per essere molta difficultà: et chi vuol farsi bello per li eventi successi al contrario, deve ringratiare dio che miracolosamente et per piacerli ha voluto così, et non attribuir nulla a se, et riconoscer che ’l papa fece quella capi- tulazione per conservar se et l’imperatore et non per mala vo- lontà. Perche trovando poi per sua disgratia el re difficultà nell’ impresa per haverla presa altrimenti di quel che si do- veva, N. Sre lo lassò due mesi d’intorno a Pavia senza dar un sospiro di favore alle cose sue, et benche questo fusse as- sai beneficio delli Spagnuoli, non mancò ancora far per loro, dandoli del suo stato tutte le comodità che potevon disegnare, non mancando d’interporsi per metter accordo quanto era pos- sibile tra loro: ma non vi essendo ordine et sollecitando il re, che N. Sigre si scoprisse in favor suo per farli acquistare tanto piu facilmente lo stato di Milano, et instando ancora che i Fio- rentini facessero il medesimo, a che parimente come S. Stà erono obbligati, fece opera di evitare l’haversi a scoprire nè dare ajuto alcuno salvo di darli passo et vettovaglia per el suo stato a una parte dell’ esercito, che sua Mtà voleva mandare nel regno per far diversione et ridur piu facilmente all’ accordo gl’imperiali. Oh che gran servitio fu questo ai Francesi, conce- dendoli cosa la quale era in facoltà loro di torsela, ancorche non glie l’havesse voluto dare, trovandosi disarmato et parendo pur troppo strano che havendo fatto una lega con S. Mtà chri- stianissima non l’havendo voluto servir d’altro, gli negasse quello che non poteva, et una publicatione d’una concordia finta, come fu quella che si dette fuora all’ hora per dare un poco di pastura a quella Mtà et fare che di manco mal animo com- portasse che S. Stà non osservasse ad unguem la capitulatione: et se si vorrà dire il vero, el christianissimo fu piu presto de- servito che servito di quella separatione dell’ esercito, perche

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 249. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/261>, abgerufen am 21.11.2024.