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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Caraffa Relat. di Germania 1628.

se fosse venuta qualche disgratia alla vita dell' imperatore, lei
per l'interegno, come coronata regina d'Ungaria, finche fosse
stato eletto un nuovo re, haveria governato quel regno. Ma
l'imperatrice, con somma prudenza dissimulando, le rispose che
la ringratiava dell' affetto, ma che lei doppo la morte dell' im-
peratore, se fosse sopravissuta, non voleva pensare ad altro
che all' utile delli figli di Sua Mta suo marito: al quale subito
diede parte della sopradetta proposta.

Ma ancorche il negotio dell' elettione si stimasse gia si-
curo, l'impedi tuttavia molti giorni il contrasto grande nato tra
ministri piu supremi di Sua Mta, includendosi ancora monsr ar-
civescovo di Strigonia et il nuovo palatino con monsr cancel-
liere et altri che vi havevano interessi, come era l'ambasciatore
di Spagna et io come indegno ministro apostolico. Il contra-
sto fu se seguita detta elettione si doveva far subito la corona-
tione. Alcuni dicevano di si: perche con questa veniva l'arci-
duca ad assicurarsi totalmente nel regno, il che non saria stato
se fosse stato solamente eletto, per l'accennata di sopra elet-
tione del Gabor, essendo gli Ungari huomini volubilissimi e per
lo piu infedeli: 2o dicevano che la coronatione, se si fosse
fatta, haveria giovato assai nella prima dieta imperiale, se l'im-
peratore havesse voluto far eleggere Sua Altezza in re de' Ro-
mani: 3o per il matrimonio dell' infanta di Spagna, essendosi
cola dichiarato di volere l'arciduca prima eletto e coronato re
di Ungaria. Altri per il contrario, tra quali ero io et il padre
confessore dell' imperatore, dicevano che questa coronatione non
si doveva fare all' hora, perche li stati di quel regno non ha-
veriano mai permesso che seguisse detta coronatione se Sua
Altezza non havesse promesso loro e giurato, tanto nelli punti
politici come di religione tutto quello che promise il padre
stando nelli maggiori pericoli; onde non vi essendo all'hora detti
pericoli e potendo con il tempo migliorarsi assai le cose di S. A.,
o per la morte del Gabor o per li felici successi dell' imperio
o per altro, non era bene intrigare la conscienza di questo prin-
cipe giovane con serrarli la porta a' progressi della religione et
impedirgli insieme l'acquisto di maggiore autorita politica e do-
minio nel regno: 2o dicevano, e questo per lo piu li camerali,
che nella coronatione vi saria andata una buona spesa, come
ancora nell' accrescimento della corte di Sua Altezza, onde
stando all' hora imminente la spesa grossa del viaggio d'Ulma,
si saria potuto differire in altro tempo, non potendo probabil-
mente apportare alcun detrimento detta dilatione, perche se il
Gabor havesse voluto pigliare pretesti, venendo qualche acci-
dente di morte all' imperatore, tanto l'haveria pigliato ancor-
che l'arciduca fosse stato coronato, come fece contro l'im-
peratore ancorche fusse eletto e coronato; che per elet-
tione in re de' Romani e per il matrimonio dell' infanta di
Spagna bastava che l'arciduca fusse vero re d'Ungaria, e come
tale si potesse intitolare per la sola elettione. Standosi dunque
in questo contrasto, ancorche l'ambasciatore di Spagna facesse

Caraffa Relat. di Germania 1628.

se fosse venuta qualche disgratia alla vita dell’ imperatore, lei
per l’interegno, come coronata regina d’Ungaria, finche fosse
stato eletto un nuovo re, haveria governato quel regno. Ma
l’imperatrice, con somma prudenza dissimulando, le rispose che
la ringratiava dell’ affetto, ma che lei doppo la morte dell’ im-
peratore, se fosse sopravissuta, non voleva pensare ad altro
che all’ utile delli figli di Sua M suo marito: al quale subito
diede parte della sopradetta proposta.

Ma ancorche il negotio dell’ elettione si stimasse già si-
curo, l’impedì tuttavia molti giorni il contrasto grande nato tra
ministri più supremi di Sua M, includendosi ancora monsr ar-
civescovo di Strigonia et il nuovo palatino con monsr cancel-
liere et altri che vi havevano interessi, come era l’ambasciatore
di Spagna et io come indegno ministro apostolico. Il contra-
sto fu se seguita detta elettione si doveva far subito la corona-
tione. Alcuni dicevano di sì: perche con questa veniva l’arci-
duca ad assicurarsi totalmente nel regno, il che non saria stato
se fosse stato solamente eletto, per l’accennata di sopra elet-
tione del Gabor, essendo gli Ungari huomini volubilissimi e per
lo più infedeli: 2o dicevano che la coronatione, se si fosse
fatta, haveria giovato assai nella prima dieta imperiale, se l’im-
peratore havesse voluto far eleggere Sua Altezza in re de’ Ro-
mani: 3o per il matrimonio dell’ infanta di Spagna, essendosi
colà dichiarato di volere l’arciduca prima eletto e coronato re
di Ungaria. Altri per il contrario, tra quali ero io et il padre
confessore dell’ imperatore, dicevano che questa coronatione non
si doveva fare all’ hora, perche li stati di quel regno non ha-
veriano mai permesso che seguisse detta coronatione se Sua
Altezza non havesse promesso loro e giurato, tanto nelli punti
politici come di religione tutto quello che promise il padre
stando nelli maggiori pericoli; onde non vi essendo all’hora detti
pericoli e potendo con il tempo migliorarsi assai le cose di S. A.,
o per la morte del Gabor o per li felici successi dell’ imperio
o per altro, non era bene intrigare la conscienza di questo prin-
cipe giovane con serrarli la porta a’ progressi della religione et
impedirgli insieme l’acquisto di maggiore autorità politica e do-
minio nel regno: 2o dicevano, e questo per lo più li camerali,
che nella coronatione vi saria andata una buona spesa, come
ancora nell’ accrescimento della corte di Sua Altezza, onde
stando all’ hora imminente la spesa grossa del viaggio d’Ulma,
si saria potuto differire in altro tempo, non potendo probabil-
mente apportare alcun detrimento detta dilatione, perche se il
Gabor havesse voluto pigliare pretesti, venendo qualche acci-
dente di morte all’ imperatore, tanto l’haveria pigliato ancor-
che l’arciduca fosse stato coronato, come fece contro l’im-
peratore ancorche fusse eletto e coronato; che per elet-
tione in re de’ Romani e per il matrimonio dell’ infanta di
Spagna bastava che l’arciduca fusse vero re d’Ungaria, e come
tale si potesse intitolare per la sola elettione. Standosi dunque
in questo contrasto, ancorche l’ambasciatore di Spagna facesse

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[420/0432] Caraffa Relat. di Germania 1628. se fosse venuta qualche disgratia alla vita dell’ imperatore, lei per l’interegno, come coronata regina d’Ungaria, finche fosse stato eletto un nuovo re, haveria governato quel regno. Ma l’imperatrice, con somma prudenza dissimulando, le rispose che la ringratiava dell’ affetto, ma che lei doppo la morte dell’ im- peratore, se fosse sopravissuta, non voleva pensare ad altro che all’ utile delli figli di Sua Mtà suo marito: al quale subito diede parte della sopradetta proposta. Ma ancorche il negotio dell’ elettione si stimasse già si- curo, l’impedì tuttavia molti giorni il contrasto grande nato tra ministri più supremi di Sua Mtà, includendosi ancora monsr ar- civescovo di Strigonia et il nuovo palatino con monsr cancel- liere et altri che vi havevano interessi, come era l’ambasciatore di Spagna et io come indegno ministro apostolico. Il contra- sto fu se seguita detta elettione si doveva far subito la corona- tione. Alcuni dicevano di sì: perche con questa veniva l’arci- duca ad assicurarsi totalmente nel regno, il che non saria stato se fosse stato solamente eletto, per l’accennata di sopra elet- tione del Gabor, essendo gli Ungari huomini volubilissimi e per lo più infedeli: 2o dicevano che la coronatione, se si fosse fatta, haveria giovato assai nella prima dieta imperiale, se l’im- peratore havesse voluto far eleggere Sua Altezza in re de’ Ro- mani: 3o per il matrimonio dell’ infanta di Spagna, essendosi colà dichiarato di volere l’arciduca prima eletto e coronato re di Ungaria. Altri per il contrario, tra quali ero io et il padre confessore dell’ imperatore, dicevano che questa coronatione non si doveva fare all’ hora, perche li stati di quel regno non ha- veriano mai permesso che seguisse detta coronatione se Sua Altezza non havesse promesso loro e giurato, tanto nelli punti politici come di religione tutto quello che promise il padre stando nelli maggiori pericoli; onde non vi essendo all’hora detti pericoli e potendo con il tempo migliorarsi assai le cose di S. A., o per la morte del Gabor o per li felici successi dell’ imperio o per altro, non era bene intrigare la conscienza di questo prin- cipe giovane con serrarli la porta a’ progressi della religione et impedirgli insieme l’acquisto di maggiore autorità politica e do- minio nel regno: 2o dicevano, e questo per lo più li camerali, che nella coronatione vi saria andata una buona spesa, come ancora nell’ accrescimento della corte di Sua Altezza, onde stando all’ hora imminente la spesa grossa del viaggio d’Ulma, si saria potuto differire in altro tempo, non potendo probabil- mente apportare alcun detrimento detta dilatione, perche se il Gabor havesse voluto pigliare pretesti, venendo qualche acci- dente di morte all’ imperatore, tanto l’haveria pigliato ancor- che l’arciduca fosse stato coronato, come fece contro l’im- peratore ancorche fusse eletto e coronato; che per elet- tione in re de’ Romani e per il matrimonio dell’ infanta di Spagna bastava che l’arciduca fusse vero re d’Ungaria, e come tale si potesse intitolare per la sola elettione. Standosi dunque in questo contrasto, ancorche l’ambasciatore di Spagna facesse

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 420. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/432>, abgerufen am 26.11.2024.