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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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Aluise Mocenigo IV

Der Nepot hatte wieder große Macht, obwohl er sich nicht be-
reicherte. Der Staatssecretär hing ganz von ihm ab, und man mußte
sich hüten auf die Aeußerungen des letzten zu trauen, wenn man des
ersten nicht gewiß war.

Von den innern Geschäften geht Mocenigo zu den Verhältnissen
mit den Höfen über, welche, wie schon berührt, von Tage zu Tage
schwieriger wurden. Ich will diese für die Geschichte der kirchenrechtli-
chen Streitigkeiten bedeutende Stelle ganz aufnehmen.

La corte di Napoli anela continuamente all' abolimento della
solita investitura con argomenti legali, istorici e naturali: ne sa-
rebbe difficile che vi riuscisse, quando il re Don Carlo accon-
sentisse ad una solenne rinunzia di ogni sua pretesa sopra Ca-
stro e Ronciglione. Ma questo non e il tutto: mentre i Napo-
litani condotti dalle scuole dei loro giurisconsulti sono talmente
avversi alla corte di Roma che ogni cosa studiano per sottrarsi
dalla dipendenza del papa nel temporale: e quindi ogni giorno
escono nuovi regolamenti e nuove pretese cosi ben sostenute
dai scrittori loro valenti che la corte Romana n'e piu che mai
imbarazzata e gia si vede nella necessita di rilasciarne una gran
parte per mettere in salvo il resto. Il punto si e che queste
riforme tendono principalmente ad impinguare l'erario regio e
quindi a scemare le rendite e l'autorita pontificia in quegli stati.
Il padre Galliani, uomo di profonda dottrina ed erudizione, e
in Roma il grande propugnatore per la corte di Napoli, tanto piu
efficace quanto nelle sue lunghe consuetudini in quella metro-
poli ha penetrato nel piu fondo dei misteri del papato, e pro-
veduto d'una memoria felicissima tutto ha presente per preva-
lersene nell' opportunita.

Il grande appoggio della corte di Napoli e quella di Spagna,
dove l'irritamento parve tempo fa giunto all' eccesso e dette oc-
casioni a quelle strepitose propositioni di riforma della dataria
e ristabilimento del juspatronato regio, delle quali ebbi piu volte
l'onore di trattenere Vra Serenita nei riverenti miei dispacci, e
che ora si vedono gia concluse con aggiustamento piu utile per
la corte di Spagna che per quella di Roma.

La corte di Torino con costante direzione nel maneggio de-
gli affari politici, protetta dalle bolle e concessioni di Benedetto
XIII, non si e mai lasciata rilasciare un momento da quei fon-
damenti che per essa sono inconcussi e troppo facilmente attac-
cati dal presente pontificato. Il cardle Albani, uomo per saga-
cita e risoluzione senza pari, ha sin ora sostenuto con tutta
l'efficacia le ragioni di quella corte, a segno che non lascio mai
giungere ad effettuazione le minaccie fatte dal pontefice presente,
e secondo tutte le apparenze ne deve sortire fastoso col successore.

Anco la corte di Francia pati alcuni motivi di querela per
le vicende della Polonia: ma furono cose di si poco momento
che puo ella sola contarsi affezionata e stabile al presente pon-
tificato, e cio perche negli affari ecclesiastici poco o nulla piu
resta da discutere con Roma, osservandosi pontualmente dall' una
e dall' altra parte i concordati e la prammatica, ma principal-

Aluise Mocenigo IV

Der Nepot hatte wieder große Macht, obwohl er ſich nicht be-
reicherte. Der Staatsſecretaͤr hing ganz von ihm ab, und man mußte
ſich huͤten auf die Aeußerungen des letzten zu trauen, wenn man des
erſten nicht gewiß war.

Von den innern Geſchaͤften geht Mocenigo zu den Verhaͤltniſſen
mit den Hoͤfen uͤber, welche, wie ſchon beruͤhrt, von Tage zu Tage
ſchwieriger wurden. Ich will dieſe fuͤr die Geſchichte der kirchenrechtli-
chen Streitigkeiten bedeutende Stelle ganz aufnehmen.

La corte di Napoli anela continuamente all’ abolimento della
solita investitura con argomenti legali, istorici e naturali: nè sa-
rebbe difficile che vi riuscisse, quando il re Don Carlo accon-
sentisse ad una solenne rinunzia di ogni sua pretesa sopra Ca-
stro e Ronciglione. Ma questo non è il tutto: mentre i Napo-
litani condotti dalle scuole dei loro giurisconsulti sono talmente
avversi alla corte di Roma che ogni cosa studiano per sottrarsi
dalla dipendenza del papa nel temporale: e quindi ogni giorno
escono nuovi regolamenti e nuove pretese così ben sostenute
dai scrittori loro valenti che la corte Romana n’è più che mai
imbarazzata e già si vede nella necessità di rilasciarne una gran
parte per mettere in salvo il resto. Il punto si è che queste
riforme tendono principalmente ad impinguare l’erario regio e
quindi a scemare le rendite e l’autorità pontificia in quegli stati.
Il padre Galliani, uomo di profonda dottrina ed erudizione, è
in Roma il grande propugnatore per la corte di Napoli, tanto più
efficace quanto nelle sue lunghe consuetudini in quella metro-
poli ha penetrato nel più fondo dei misteri del papato, e pro-
veduto d’una memoria felicissima tutto ha presente per preva-
lersene nell’ opportunità.

Il grande appoggio della corte di Napoli è quella di Spagna,
dove l’irritamento parve tempo fa giunto all’ eccesso e dette oc-
casioni a quelle strepitose propositioni di riforma della dataria
e ristabilimento del juspatronato regio, delle quali ebbi più volte
l’onore di trattenere Vra Serenità nei riverenti miei dispacci, e
che ora si vedono già concluse con aggiustamento più utile per
la corte di Spagna che per quella di Roma.

La corte di Torino con costante direzione nel maneggio de-
gli affari politici, protetta dalle bolle e concessioni di Benedetto
XIII, non si è mai lasciata rilasciare un momento da quei fon-
damenti che per essa sono inconcussi e troppo facilmente attac-
cati dal presente pontificato. Il cardle Albani, uomo per saga-
cità e risoluzione senza pari, ha sin ora sostenuto con tutta
l’efficacia le ragioni di quella corte, a segno che non lasciò mai
giungere ad effettuazione le minaccie fatte dal pontefice presente,
e secondo tutte le apparenze ne deve sortire fastoso col successore.

Anco la corte di Francia patì alcuni motivi di querela per
le vicende della Polonia: ma furono cose di sì poco momento
che può ella sola contarsi affezionata e stabile al presente pon-
tificato, e ciò perchè negli affari ecclesiastici poco o nulla più
resta da discutere con Roma, osservandosi pontualmente dall’ una
e dall’ altra parte i concordati e la prammatica, ma principal-

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[508/0520] Aluise Mocenigo IV Der Nepot hatte wieder große Macht, obwohl er ſich nicht be- reicherte. Der Staatsſecretaͤr hing ganz von ihm ab, und man mußte ſich huͤten auf die Aeußerungen des letzten zu trauen, wenn man des erſten nicht gewiß war. Von den innern Geſchaͤften geht Mocenigo zu den Verhaͤltniſſen mit den Hoͤfen uͤber, welche, wie ſchon beruͤhrt, von Tage zu Tage ſchwieriger wurden. Ich will dieſe fuͤr die Geſchichte der kirchenrechtli- chen Streitigkeiten bedeutende Stelle ganz aufnehmen. La corte di Napoli anela continuamente all’ abolimento della solita investitura con argomenti legali, istorici e naturali: nè sa- rebbe difficile che vi riuscisse, quando il re Don Carlo accon- sentisse ad una solenne rinunzia di ogni sua pretesa sopra Ca- stro e Ronciglione. Ma questo non è il tutto: mentre i Napo- litani condotti dalle scuole dei loro giurisconsulti sono talmente avversi alla corte di Roma che ogni cosa studiano per sottrarsi dalla dipendenza del papa nel temporale: e quindi ogni giorno escono nuovi regolamenti e nuove pretese così ben sostenute dai scrittori loro valenti che la corte Romana n’è più che mai imbarazzata e già si vede nella necessità di rilasciarne una gran parte per mettere in salvo il resto. Il punto si è che queste riforme tendono principalmente ad impinguare l’erario regio e quindi a scemare le rendite e l’autorità pontificia in quegli stati. Il padre Galliani, uomo di profonda dottrina ed erudizione, è in Roma il grande propugnatore per la corte di Napoli, tanto più efficace quanto nelle sue lunghe consuetudini in quella metro- poli ha penetrato nel più fondo dei misteri del papato, e pro- veduto d’una memoria felicissima tutto ha presente per preva- lersene nell’ opportunità. Il grande appoggio della corte di Napoli è quella di Spagna, dove l’irritamento parve tempo fa giunto all’ eccesso e dette oc- casioni a quelle strepitose propositioni di riforma della dataria e ristabilimento del juspatronato regio, delle quali ebbi più volte l’onore di trattenere Vra Serenità nei riverenti miei dispacci, e che ora si vedono già concluse con aggiustamento più utile per la corte di Spagna che per quella di Roma. La corte di Torino con costante direzione nel maneggio de- gli affari politici, protetta dalle bolle e concessioni di Benedetto XIII, non si è mai lasciata rilasciare un momento da quei fon- damenti che per essa sono inconcussi e troppo facilmente attac- cati dal presente pontificato. Il cardle Albani, uomo per saga- cità e risoluzione senza pari, ha sin ora sostenuto con tutta l’efficacia le ragioni di quella corte, a segno che non lasciò mai giungere ad effettuazione le minaccie fatte dal pontefice presente, e secondo tutte le apparenze ne deve sortire fastoso col successore. Anco la corte di Francia patì alcuni motivi di querela per le vicende della Polonia: ma furono cose di sì poco momento che può ella sola contarsi affezionata e stabile al presente pon- tificato, e ciò perchè negli affari ecclesiastici poco o nulla più resta da discutere con Roma, osservandosi pontualmente dall’ una e dall’ altra parte i concordati e la prammatica, ma principal-

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 508. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/520>, abgerufen am 24.11.2024.