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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836.

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al cardinal Farnese.

le lettere di propria mano di Sa Mta, se questi soldati, che tra
le altre cose hanno ancor saccheggiato tutte le scritture, o ci
le rendessero over le mandassero all' imperatore. Et queste
cose con molte altre, che tutte erano in preparar quieta e sta-
bile la heredita et successione della persona hora dell' impera-
tore et in assicurarlo etiam vivente l'avo de maestrati di Spa-
gna, tutte faceva el cardinale de Medici non per privato com-
modo suo alcuno, anzi direttamente contro l'utile particulare,
non havendo rendita alcuna di momento se non nel dominio
di Francia, et non procurando mai d'haver ristoro in quel di
Spagna. Successe la morte dell' imperatore Massimiliano, et
essendo Leone inclinato alla parte del christianissimo per quella
dignita et opponendosi alli conati della Mta Cesarea d'hora, non
passo il termine dell' elettione che el cardinal de Medici con-
dusse il papa a non contravenirvi, e doppo fatta l'elettione ad
approvarla, assolverlo dalla simonia, dal pergiuro, che non po-
teva, essendo re di Napoli, si come vuole la costitutione di papa ...
..., procurar d'essere imperatore, rinvestirlo et darli di nuovo il
regno di Napoli: in che non so -- se l'affettion grande et l'oppi-
nione nella quale el cardinal de Medici era entrato della bonta,
prudentia et religione della Mta sua non lo scusasse -- se fusse
piu o il servitio, che puo molto apertamente dire d'haver fatto
grandissimo alla Mta sua, overo il deservitio fatto al fratello
cioe al papa et alla chiesa, favorendo et nutrendo una potentia
tanto grande e da considerare che un di da questo fiume po-
teva erumpere una devastatione et oltraggio si grande come
hora e seguito. Ma vedendo il cardinale queste due potenze di
Spagna et Francia divise di sorte che malamente non contrape-
sando l'una coll' altra si poteva sperar pace, ando prima
con questo disegno d'aggiunger tanta auttorita et forze al re
di Spagna che essendo uguale al christianissimo dovessi haver
rispetto di venire a guerra, et se pur la disgratia portasse che
non si potesse far dimeno, essendo l'oppinione d'anteporre il re
di Spagna al christmo, Spagna fussi in modo ferma et gagliarda
che attaccandosi in un caso simile a quella parte si potesse spe-
rarne buon esito et certa vittoria. Et questo lo provassi con
altro che a parole, se forte le cose sopradette fusser cosi os-
cure che havesser bisogno di piu aperta fede; ne fara testi-
monio la conclusa lega con Cesare contra Francia, et tanto
dissimili le conditioni che si promettevano da un lato a quelle
dell' altro, che non solo Leone non doveva venire a legarsi coll'
imperatore, essendo in sua liberta et arbitrio d'elegger quel che
piu faceva per lui, ma essendo legato doveva fare ogni opera
per spiccarsene: et per mostrar brevemente esser con effetto
quanto io dico, l'imperatore si trovava in quel tempo che Leone
fece lega seco, privo d'ogni auttorita, nervo, amici et reputa-
tione, havendo perduto in tutto l'obbedienza in Spagna per la
rebellione di tutti i populi, essendo tornato dalla dieta che sua
Mta haveva fatta in Vormatia, escluso d'ogni conclusion buona
d'ajuti et di favori che si fussi proposto d'ottenere in essa, ha-

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al cardinal Farnese.

le lettere di propria mano di Sa M, se questi soldati, che tra
le altre cose hanno ancor saccheggiato tutte le scritture, o ci
le rendessero over le mandassero all’ imperatore. Et queste
cose con molte altre, che tutte erano in preparar quieta e sta-
bile la heredità et successione della persona hora dell’ impera-
tore et in assicurarlo etiam vivente l’avo de maestrati di Spa-
gna, tutte faceva el cardinale de Medici non per privato com-
modo suo alcuno, anzi direttamente contro l’utile particulare,
non havendo rendita alcuna di momento se non nel dominio
di Francia, et non procurando mai d’haver ristoro in quel di
Spagna. Successe la morte dell’ imperatore Massimiliano, et
essendo Leone inclinato alla parte del christianissimo per quella
dignità et opponendosi alli conati della M Cesarea d’hora, non
passò il termine dell’ elettione che el cardinal de Medici con-
dusse il papa a non contravenirvi, e doppo fatta l’elettione ad
approvarla, assolverlo dalla simonia, dal pergiuro, che non po-
teva, essendo re di Napoli, sì come vuole la costitutione di papa …
…, procurar d’essere imperatore, rinvestirlo et darli di nuovo il
regno di Napoli: in che non so — se l’affettion grande et l’oppi-
nione nella quale el cardinal de Medici era entrato della bontà,
prudentia et religione della M sua non lo scusasse — se fusse
piu o il servitio, che può molto apertamente dire d’haver fatto
grandissimo alla M sua, overo il deservitio fatto al fratello
cioè al papa et alla chiesa, favorendo et nutrendo una potentia
tanto grande e da considerare che un dì da questo fiume po-
teva erumpere una devastatione et oltraggio sì grande come
hora è seguito. Ma vedendo il cardinale queste due potenze di
Spagna et Francia divise di sorte che malamente non contrape-
sando l’una coll’ altra si poteva sperar pace, andò prima
con questo disegno d’aggiunger tanta auttorità et forze al re
di Spagna che essendo uguale al christianissimo dovessi haver
rispetto di venire a guerra, et se pur la disgratia portasse che
non si potesse far dimeno, essendo l’oppinione d’anteporre il re
di Spagna al christmo, Spagna fussi in modo ferma et gagliarda
che attaccandosi in un caso simile a quella parte si potesse spe-
rarne buon esito et certa vittoria. Et questo lo provassi con
altro che a parole, se forte le cose sopradette fusser così os-
cure che havesser bisogno di piu aperta fede; ne farà testi-
monio la conclusa lega con Cesare contra Francia, et tanto
dissimili le conditioni che si promettevano da un lato a quelle
dell’ altro, che non solo Leone non doveva venire a legarsi coll’
imperatore, essendo in sua libertà et arbitrio d’elegger quel che
piu faceva per lui, ma essendo legato doveva fare ogni opera
per spiccarsene: et per mostrar brevemente esser con effetto
quanto io dico, l’imperatore si trovava in quel tempo che Leone
fece lega seco, privo d’ogni auttorità, nervo, amici et reputa-
tione, havendo perduto in tutto l’obbedienza in Spagna per la
rebellione di tutti i populi, essendo tornato dalla dieta che sua
M haveva fatta in Vormatia, escluso d’ogni conclusion buona
d’ajuti et di favori che si fussi proposto d’ottenere in essa, ha-

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[243/0255] al cardinal Farnese. le lettere di propria mano di Sa Mtà, se questi soldati, che tra le altre cose hanno ancor saccheggiato tutte le scritture, o ci le rendessero over le mandassero all’ imperatore. Et queste cose con molte altre, che tutte erano in preparar quieta e sta- bile la heredità et successione della persona hora dell’ impera- tore et in assicurarlo etiam vivente l’avo de maestrati di Spa- gna, tutte faceva el cardinale de Medici non per privato com- modo suo alcuno, anzi direttamente contro l’utile particulare, non havendo rendita alcuna di momento se non nel dominio di Francia, et non procurando mai d’haver ristoro in quel di Spagna. Successe la morte dell’ imperatore Massimiliano, et essendo Leone inclinato alla parte del christianissimo per quella dignità et opponendosi alli conati della Mtà Cesarea d’hora, non passò il termine dell’ elettione che el cardinal de Medici con- dusse il papa a non contravenirvi, e doppo fatta l’elettione ad approvarla, assolverlo dalla simonia, dal pergiuro, che non po- teva, essendo re di Napoli, sì come vuole la costitutione di papa … …, procurar d’essere imperatore, rinvestirlo et darli di nuovo il regno di Napoli: in che non so — se l’affettion grande et l’oppi- nione nella quale el cardinal de Medici era entrato della bontà, prudentia et religione della Mtà sua non lo scusasse — se fusse piu o il servitio, che può molto apertamente dire d’haver fatto grandissimo alla Mtà sua, overo il deservitio fatto al fratello cioè al papa et alla chiesa, favorendo et nutrendo una potentia tanto grande e da considerare che un dì da questo fiume po- teva erumpere una devastatione et oltraggio sì grande come hora è seguito. Ma vedendo il cardinale queste due potenze di Spagna et Francia divise di sorte che malamente non contrape- sando l’una coll’ altra si poteva sperar pace, andò prima con questo disegno d’aggiunger tanta auttorità et forze al re di Spagna che essendo uguale al christianissimo dovessi haver rispetto di venire a guerra, et se pur la disgratia portasse che non si potesse far dimeno, essendo l’oppinione d’anteporre il re di Spagna al christmo, Spagna fussi in modo ferma et gagliarda che attaccandosi in un caso simile a quella parte si potesse spe- rarne buon esito et certa vittoria. Et questo lo provassi con altro che a parole, se forte le cose sopradette fusser così os- cure che havesser bisogno di piu aperta fede; ne farà testi- monio la conclusa lega con Cesare contra Francia, et tanto dissimili le conditioni che si promettevano da un lato a quelle dell’ altro, che non solo Leone non doveva venire a legarsi coll’ imperatore, essendo in sua libertà et arbitrio d’elegger quel che piu faceva per lui, ma essendo legato doveva fare ogni opera per spiccarsene: et per mostrar brevemente esser con effetto quanto io dico, l’imperatore si trovava in quel tempo che Leone fece lega seco, privo d’ogni auttorità, nervo, amici et reputa- tione, havendo perduto in tutto l’obbedienza in Spagna per la rebellione di tutti i populi, essendo tornato dalla dieta che sua Mtà haveva fatta in Vormatia, escluso d’ogni conclusion buona d’ajuti et di favori che si fussi proposto d’ottenere in essa, ha- 16*

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Zitationshilfe: Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 243. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/255>, abgerufen am 21.11.2024.