Si vede che nel papato S. Santita non ha atteso mai a de- litie ne a piaceri, come altri suoi antecessori, che non ha alte- rato la vita ne i costumi, che non ha lasciato l'essercitio dell' inquisitione che haveva essendo privato, et lasciava piu presto ogn' altra cosa che quella, riputando tutte l'altre di manco stima et di manco importantia: onde benche per il papato fosse mu- tata la dignita et la fortuna, non fu pero mutata ne la volonta ne la natura. Era S. Sta di presenza grave, con poca carne magra, et di persona piu che mediocre ma forte et robusta: ha- vea gl' occhi piccoli ma la vista acutissima, il naso aquilino, che denota animo generoso et atto a regnare, il colore vivo et la canitie veneranda, caminava gagliardissimamente, non temea l'aere, mangiava poco e bevea pochissimo, andava a dormire per tempo: pativa alcune volte d'orina, et vi rimediava con usar spesso la cassia et a certi tempi il latte d'asina et con viver sempre con regola et con misura. Era S. Sta di complession colerica et su- bita, et s'accendeva in un tratto in viso quando sentiva cosa che le dispiacesse: era pero facile nell' audientie, ascoltava tutti, parlava poco et tardo et stentava spesso a trovar le parole pro- prie et significanti al suo modo. Fu di vita esemplare et di costumi irreprensibili con un zelo rigoroso di religione, che ha- veria voluto che ogn' un l'havesse, et per questo corregea gl'ec- clesiastici con riserve et con bolle et i laici con decreti et av- vertimenti. Facea professione aperta di sincerita et di bonta, di non ingannare, di non publicar mai le cose che gli eran dette in secretezza et d'esser osservantissimo della parola, tutte cose contrarie al suo predecessore: odiava i tristi et non poteva tol- lerarli, amava i buoni o quei che era persuasa che fosser buoni: ma come un tristo non potea sperar mai di guadagnar la sua gratia, perche ella non credea che potesse diventar buono, cosi non era senza pericolo un buono di perderla quando cadea in qualche tristezza. Amava sopra tutte le cose la verita, et se alcuno era scoperto da S. Sta una sol volta in bugia, perdeva la sua gratia per sempre, et fu visto l'essempio nel sigr Paolo Ghisilieri suo nipote, il quale scaccio da se per averlo trovato in bugia, come S. Sta medesima mi disse, et per officii che fus- ser fatti non volse mai piu riceverlo in gratia. Era d'ingegno non molto acuto, di natura difficile et sospettosa, e da quella impression che prendea una volta non giovava a rimoverlo niuna persuasione di ragione di rispetti civili. Non avea isperienza di cose di stato per non averle mai pratticate se non ultimamente: onde nei travagli che portan seco i maneggi di questa corte et nelle dificolta che sempre accompagnan la novita dei negotij, un che fosse grato a S. Santita et in chi ella havesse fede era fa- cilmente atto a guidarla a suo modo, ma altri in chi non havea fede non potea essere atto, et le ragioni regolate per prudenza humana non bastavano a persuaderla, et se alcun pensava di vincere con auttorita o con spaventi, ella rompeva in un subito et metteva in disordine ogni cosa o per lo manco gli dava nel
Michiel Suriano Rel. 1571.
Er ſchildert Pius V. folgendergeſtalt.
Si vede che nel papato S. Santità non ha atteso mai a de- litie nè a piaceri, come altri suoi antecessori, che non ha alte- rato la vita nè i costumi, che non ha lasciato l’essercitio dell’ inquisitione che haveva essendo privato, et lasciava più presto ogn’ altra cosa che quella, riputando tutte l’altre di manco stima et di manco importantia: onde benche per il papato fosse mu- tata la dignità et la fortuna, non fu però mutata nè la volontà nè la natura. Era S. Stà di presenza grave, con poca carne magra, et di persona più che mediocre ma forte et robusta: ha- vea gl’ occhi piccoli ma la vista acutissima, il naso aquilino, che denota animo generoso et atto a regnare, il colore vivo et la canitie veneranda, caminava gagliardissimamente, non temea l’aere, mangiava poco e bevea pochissimo, andava a dormire per tempo: pativa alcune volte d’orina, et vi rimediava con usar spesso la cassia et a certi tempi il latte d’asina et con viver sempre con regola et con misura. Era S. Stà di complession colerica et su- bita, et s’accendeva in un tratto in viso quando sentiva cosa che le dispiacesse: era però facile nell’ audientie, ascoltava tutti, parlava poco et tardo et stentava spesso a trovar le parole pro- prie et significanti al suo modo. Fu di vita esemplare et di costumi irreprensibili con un zelo rigoroso di religione, che ha- veria voluto che ogn’ un l’havesse, et per questo corregea gl’ec- clesiastici con riserve et con bolle et i laici con decreti et av- vertimenti. Facea professione aperta di sincerità et di bontà, di non ingannare, di non publicar mai le cose che gli eran dette in secretezza et d’esser osservantissimo della parola, tutte cose contrarie al suo predecessore: odiava i tristi et non poteva tol- lerarli, amava i buoni o quei che era persuasa che fosser buoni: ma come un tristo non potea sperar mai di guadagnar la sua gratia, perche ella non credea che potesse diventar buono, così non era senza pericolo un buono di perderla quando cadea in qualche tristezza. Amava sopra tutte le cose la verità, et se alcuno era scoperto da S. Stà una sol volta in bugia, perdeva la sua gratia per sempre, et fu visto l’essempio nel sigr Paolo Ghisilieri suo nipote, il quale scacciò da se per averlo trovato in bugia, come S. Stà medesima mi disse, et per officii che fus- ser fatti non volse mai più riceverlo in gratia. Era d’ingegno non molto acuto, di natura difficile et sospettosa, e da quella impression che prendea una volta non giovava a rimoverlo niuna persuasione di ragione di rispetti civili. Non avea isperienza di cose di stato per non averle mai pratticate se non ultimamente: onde nei travagli che portan seco i maneggi di questa corte et nelle dificoltà che sempre accompagnan la novità dei negotij, un che fosse grato a S. Santità et in chi ella havesse fede era fa- cilmente atto a guidarla a suo modo, ma altri in chi non havea fede non potea essere atto, et le ragioni regolate per prudenza humana non bastavano a persuaderla, et se alcun pensava di vincere con auttorità o con spaventi, ella rompeva in un subito et metteva in disordine ogni cosa o per lo manco gli dava nel
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Michiel Suriano Rel. 1571.
Er ſchildert Pius V. folgendergeſtalt.
Si vede che nel papato S. Santità non ha atteso mai a de-
litie nè a piaceri, come altri suoi antecessori, che non ha alte-
rato la vita nè i costumi, che non ha lasciato l’essercitio dell’
inquisitione che haveva essendo privato, et lasciava più presto
ogn’ altra cosa che quella, riputando tutte l’altre di manco stima
et di manco importantia: onde benche per il papato fosse mu-
tata la dignità et la fortuna, non fu però mutata nè la volontà
nè la natura. Era S. Stà di presenza grave, con poca carne
magra, et di persona più che mediocre ma forte et robusta: ha-
vea gl’ occhi piccoli ma la vista acutissima, il naso aquilino, che
denota animo generoso et atto a regnare, il colore vivo et la
canitie veneranda, caminava gagliardissimamente, non temea l’aere,
mangiava poco e bevea pochissimo, andava a dormire per tempo:
pativa alcune volte d’orina, et vi rimediava con usar spesso la
cassia et a certi tempi il latte d’asina et con viver sempre con
regola et con misura. Era S. Stà di complession colerica et su-
bita, et s’accendeva in un tratto in viso quando sentiva cosa che
le dispiacesse: era però facile nell’ audientie, ascoltava tutti,
parlava poco et tardo et stentava spesso a trovar le parole pro-
prie et significanti al suo modo. Fu di vita esemplare et di
costumi irreprensibili con un zelo rigoroso di religione, che ha-
veria voluto che ogn’ un l’havesse, et per questo corregea gl’ec-
clesiastici con riserve et con bolle et i laici con decreti et av-
vertimenti. Facea professione aperta di sincerità et di bontà,
di non ingannare, di non publicar mai le cose che gli eran dette
in secretezza et d’esser osservantissimo della parola, tutte cose
contrarie al suo predecessore: odiava i tristi et non poteva tol-
lerarli, amava i buoni o quei che era persuasa che fosser buoni:
ma come un tristo non potea sperar mai di guadagnar la sua
gratia, perche ella non credea che potesse diventar buono, così
non era senza pericolo un buono di perderla quando cadea in
qualche tristezza. Amava sopra tutte le cose la verità, et se
alcuno era scoperto da S. Stà una sol volta in bugia, perdeva
la sua gratia per sempre, et fu visto l’essempio nel sigr Paolo
Ghisilieri suo nipote, il quale scacciò da se per averlo trovato
in bugia, come S. Stà medesima mi disse, et per officii che fus-
ser fatti non volse mai più riceverlo in gratia. Era d’ingegno
non molto acuto, di natura difficile et sospettosa, e da quella
impression che prendea una volta non giovava a rimoverlo niuna
persuasione di ragione di rispetti civili. Non avea isperienza di
cose di stato per non averle mai pratticate se non ultimamente:
onde nei travagli che portan seco i maneggi di questa corte et
nelle dificoltà che sempre accompagnan la novità dei negotij, un
che fosse grato a S. Santità et in chi ella havesse fede era fa-
cilmente atto a guidarla a suo modo, ma altri in chi non havea
fede non potea essere atto, et le ragioni regolate per prudenza
humana non bastavano a persuaderla, et se alcun pensava di
vincere con auttorità o con spaventi, ella rompeva in un subito
et metteva in disordine ogni cosa o per lo manco gli dava nel
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Ranke, Leopold von: Die römischen Päpste. Bd. 3. Berlin, 1836, S. 308. In: Deutsches Textarchiv <https://www.deutschestextarchiv.de/ranke_paepste03_1836/320>, abgerufen am 21.11.2024.
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